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Sono Romagnolo 2017

Festa del mototurismo 2017
4 marzo
Una bella serata per festeggiare il nostro mototurismo; oltre un centinaio le presenze che hanno fatto onore al menù proposto dove varietà, abbondanza e qualità si sono perfettamente amalgamate. Il contesto in cui la festa è stata inserita conciliava l'allegria e il piacere di stare, anche in questa occasione, accanto a quelle moto che hanno rappresentato il nostro passato e preparato il futuro. Un grazie a tutti per la vosta presenza.

Sono Romagnolo 2017

Tre, quattro,cinque marzo 2017 il motoclub Paolo Tordi è a "Sono Romagnolo" nei locali della Fiera di Cesena in quel di Pievesestina per l'annuale festa del mototurismo e a rappresentare quella "Rumagna de mutor" che, ora come in passato, interessa, appassiona, coinvolge lo spirito del romagnolo purosangue, sia quello sommessamente celebrato nei versi e nelle prose dei vari Giovanni Pascoli, Marino Moretti, Renato Serra, Tonino Guerra, Luigi Orsini, Aldo Spallicci tanto per citare o nei dialetti, più sinceramente rustici di un Olindo Guerrini, di un giovanni Montalti, oppure quello portato sul grande schermo da Federico Fellini in Amarcord. Motociclette di tutte le tipologie, d'epoca e moderne, oltre quaranta pezzi, corsa, turismo, cross, minimoto, tutte a rappresentare una sorta di evoluzione dei mezzi meccanici e della passione dei vari utenti. Dalle biciclette con motore ausiliario a rullo variamente denominate Mosquito, Aquilotto, Cerbiatto che hanno rappresentato per i nostri padri o nonni la prima forma di motorizzazione prima di passare, migliorate le condizioni economiche, alle prime motoleggere come ad esenpio il Benelli Leoncino 125 o agli scooter Lambretta o Vespa che di basso, oltre alle ruote, avevano anche il poco illumimante fanale, veicoli tuttavia puliti, parchi nei consumi e con i quali si andava a spasso la domenica con giacca e cravatta e con la fidanzata sul sellino posteriore, opure al quotidiano lavoro per pagarne le rate di acquisto. Per i giovani quattordicenni i primi ciclomotori a pedali, poi i famosi "Tuboni" vero must del periodo, a seguire i primi ciclomotori con le marce, prima tre poi quattro, da cross come ad esempio il Mondial 50 o da velocità come il famosissimo e velocissimo Italget Mustang per passare, dai sedici anni alle nuove motoleggere con il famoso Cagiva SST 125; il Ciao della Piaggio con bassissimi consumi e quasi nulla manutenzione oggetto di desiderio di tutte le ragazzine per leggerezza, semplicità ed eleganza e nel contempo oggetto di svariatissime trasformazioni con le quali i coetanei sfogavano con poca spesa e tanti rischi la loro esuberanza ormonale talvolta manifestata con lungi  e pericolosi monoruota. Fra le epoca stradali quanto ad eleganza la palma d'oro deve senza dubbio essere attribuita ad una rarissima e preziosa CM 500 Extralusso perfettamente restaurata dietro cui si sono persi gli occhi dei tanti cultori del settore. Quanto a comodità e bellezza delle linee il blasone deve essere attribuito a due moto Guzzi: una Norge, strutturata per il lungo raid al circolo polare artico e un Guzzino 65 dalle ruote altissime e sottili; nella nostra Romagna il Guzzino era la moto dei coltivatori diretti, dei fattori, dei veterinari, dei medici condotti, di coloro cioè che dovevano spostarsi per impervie strade vicinali per prestare la loro fondamentale opera. Poi moto racing pista e fuoripista moderne e decisamente performanti sia che rispondano al nome di Honda piuttosto che di Yamaha, Suzuki o kawasaki; motori plurivalvole, pneumatici ribassati e con sezioni esagerate, raffredamento ad acqua, sospensioni evolutissime. Quelle esposte erano da corsa ma i rispettivi stradali, quanto a caratteristiche esterne non sona da meno. Un salto evoluzionistico notevole.
Tuttavia l'Amarcord della Rumagna de mutor era rappresentato da un gruppo di moto in griglia di partenza secondo lo schema degli anni sessanta. Nelle intenzioni la rievocazione di una partenza nei mitici circuiti cittadini della riviera romagnola. Norton Manx dal rombo possente, Honda Drixston bicilindrica, Morini Settebello, Ducati mono 250 e 450, Honda e Benelli 4 cilindri, Yamaha e Honda bicilindriche, Motobi 175 e Aermacchi nelle cilindrate di 250, 350, 420. Di fronte a tanto spettacolo lo spettatore meno giovane poteva immaginare o sognare di rivedere Hailwood, Read, Agostini, Bergamonti, Pasolini, Mandolini, Mencaglia, Marchesani, Nelson, Spaggiari, Grassetti, Redman, Venturi, Cooper, Williams, Phillis, Findlay accanto alle loro moto prima della mitica partenza a spinta. Si poteva immaginare il silenzio degli attimi immediatamente precedenti il via con gli occhi dei piloti rivolti al direttore di gara per cogliere lo sventolia della bandiera a scacchi che segnalava l'inizio e la fine della gara. Silenzio e poi dopo qualche attimo ecco arrivare il possente rombo dei megafoni dei motori in fase di accelerazione. Nell'ampio corredo fotografico che rievocava, dal 1959 al 1971, il Trofeo Shell che si svolgeva a Cesenatico si potevano vedere questi momenti: piloti già partiti, altri a gambe all'aria prima di assumere la corretta posizione di guida, altri ancora impegnati a spingere una moto recalcitrante, poi cadute, duelli, arrivi in volata e solitari, il tutto fra una impressionante marea di pubblico che poteva vedere le stesse moto e gli stessi piloti che disputavano il campionato mondiale. Non da ultimo la moto di Paolo Tordi, la Yamaha con il numero 77 dietro a quattro minimoto: il passato e l'inizio del futuro.
Che dire di questa nostra presenza a "Sono Romagnolo". Un successo, bastava sentire i commenti dei visitatori. Si ringraziano i soci che hanno messo a disposizione i loro mezzi e hanno partecipato alla manifestazione. Nella foto che proponiamo le moto in esposizione.







































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