Sono accorsi in un centinaio, giovedì sera 29 gennaio scorso, al Palazzo del Ridotto di Cesena, per ascoltare i racconti del Dott. Claudio Costa, medico da corsa, ideatore e fondatore della Clinica Mobile che ha salvato, nel corso di 37 anni di attività, oltre 40 vite di piloti impegnati nelle gare sui circuiti del Campionato Mondiale di Motociclismo. Forte curiosità ed interesse del pubblico, catturato dall’enfasi degli esempi e dei ragionamenti, spesso filosofici e trascendentali presentati dal dott. Costa con disarmante sincerità. Serata organizzata e voluta dal Motoclub Paolo Tordi allo scopo di fare conoscere, a chi non frequenta abitualmente il mondo dei motori, la personalità e lo spessore di una persona di grande interesse. Si è presentato avvolto nei suoi sogni, Claudio Costa, nei dubbi e nelle certezze di chi tante volte è stato costretto a decidere in attimi cose che avrebbero avuto conseguenze profonde per molte persone. Una confessione la sua; dai “tradimenti” al giuramento di Ippocrate, perpetrato ogni qual volta, ubbidendo alla richiesta unica dei piloti : -“dottore, fammi correre” - ha consentito ad essi di gareggiare a pochi giorni, spesso a poche ore, da cadute rovinose, fino agli angoscianti interrogativi riguardanti la morte di Pasolini e Saarinen a Monza nel 1973. Pasolini fu messo in condizione di correre quella gara ben prima del termine del periodo di convalescenza previsto, proprio dal dott. Costa. –“Ho abitato la casa degli eroi”- ha affermato il dottore con l’enfasi di chi è stato partecipe di un mondo, quello delle corse in moto, che gli è appartenuto fin da piccolo. Il padre, l’indimenticato Checco Costa, ideatore del circuito di Imola ed organizzatore di epiche gare, tra le quali la mitica 200 miglia di Imola, che ospitavano praticamente tutti i piloti del motociclismo dell’ epoca. Persone straordinarie, i piloti descritti da Costa, che convivono con gli dei, con le loro emozioni, considerati magici strumenti per superare ostacoli ed imprevisti; capaci di trasformare il dolore delle ferite in forte volontà di guarire e di correre il prima possibile. Toccante il ricordo di Marco Simoncelli, di Paolo Tordi, e di Marco Pantani di cui pure il dotto Costa si è interessato. Richiestissimi ed immancabili, a fine serata, gli autografi sul libro “Magic Marquez” giunto alla seconda ristampa, ultima fatica letteraria del poliedrico medico da corsa.